MARATEA: CITTA' DELLE 44 CHIESE
Maratea è nota come "città delle 44 Chiese" per la quantità dei suoi luoghi di culto: chiese, chiesette, cappelle, sacelli e persino grotte. A questo ptrimonio religioso si lega un interessante patrimonio artistico, di stile ed epoca eterogeneo. Nella Grotta dell’Angelo, aperta sulla parete di roccia del monte San Biagio, e nell’eremo della Madonna della Neve (o degli Ulivi) troviamo affreschi bizantineggianti del IX-X secolo.
L’arte dell’affresco sopravvive negli esemplari più recenti nella Chiesa di S. Vito e nella cripta dell’Immacolata nel centro storico (forse XIV sec.), ne la Madonna del Melograno nella basilica di S. Biagio (XV sec.), alle Cappelle ai Cappuccini (XVI sec.), nella Chiesetta del Calvario (XV e XVI sec.) e nella Cappella di S. Lucia (XVI sec.).
Nel Seicento si sostituisce la pittura ad olio, cui antesignani sono la splendida Annunciazione di Simone da Firenze sull’altare maggiore della chiesa dell’Annunziata e la Madonna del Rosario del Tramontano nella chiesa omonima (XVI sec.). Da vedere sono il grande polittico della Chiesa di S. Antonio ai Cappuccini (XVII sec.), la Porziuncola di S. Francesco del Trombadore nella chiesa del Rosario (1678) e l’Immacolata nella Chiesa Madre di S. Maria Maggiore (1690).
Il Settecento lascia moltissime testimonianze. Emergono, sulle altre opere pittoriche, l’Assunzione con i SS. Biagio e Francesco di Paola del Cusati (1715) e l’Addolorata di Andrea D’Este, allievo del Solimene, nella chiesa del Rosario (1730), la S. Lucia e il Martirio di S. Lorenzo nella chiesa dell’Annunziata (1755).
Nel panorama scultoreo si segnalano la Madonna del Carmine in alabastro nella chiesa del Rosario (1695), il bassorilievo della Madonna della Sapienza nella basilica di S. Biagio (1755), e gli obelischi monumentali a S. Biagio (1758) e all’Addolorata (1788) nel centro storico.